Curatori mostra

Paola Silvia Ubiali

REALE F. FRANGI – VINCENZO MASCIA – PIERGIORGIO ZANGARA

Tre artisti Madi

Frangi, Mascia e Zangara, tre artisti appartenenti allo storico Movimento Madi Internazionale, di cui la Galleria Marelia è rappresentante per l’Italia sin dal 2009, anno della sua fondazione, espongono una selezione di lavori recenti attraverso i quali si pongono la domanda che da sempre contrassegna la loro ricerca: come dare alla propria arte un fondamento universale? La risposta è nella geometria che con le sue leggi sancisce obiettività e codici visivi validi universalmente.

Pur appartenendo a un movimento artistico che si fonda sul rispetto, per i membri stessi, di alcune regole fondamentali (la cui mancata comprensione e condivisione impedirebbe di essere parte di questo gruppo, ovvero: non esprimere, non rappresentare, non simboleggiare e dove non esprimere non significa non esprimer-si ma evitare l’espressione della soggettività) gli artisti Madi operano in piena libertà. Una libertà che permette o ognuno di sviluppare con indipendenza il proprio vocabolario comunicativo, di scegliere i materiali più adatti e i cromatismi che meglio si sintonizzano con la necessità di lavorare su campiture piatte, senza sfumature, né gradazioni, per essere netti e chirurgici, abolendo ogni tipo di ambiguità e sentimentalismo.

Arte autonoma quindi, che si regge da sola, per le sue qualità formali, visive, compositive, strutturali e che non desidera intrusioni in campi che non siano la manifestazione di questi valori. Arte geometrica autoreferenziale e autosufficiente? Certamente, e lo si conferma a chiare lettere. Per queste ragioni e per il rischio evidente di innescare loop stanchi e ripetitivi, è necessario mantenere i vertici di freschezza e lucidità che contraddistinguono le opere in mostra.

BIO ARTISTA

REALE F. FRANGI (Milano, 1933)
Dopo gli studi all’Accademia di Brera a Milano e di Maestro d’arte sotto la guida dell’artista Walter Pinardi intraprende progetti nel campo dell’architettura d’interni, applicandosi alla produzione di oggetti e tappeti di design su scala industriale. Debutta nel 1952 alla Mostra Nazionale Artisti Indipendenti tenutasi al Palazzo Reale di Milano. A partire dal 1950 esamina varie teorie e percorre diverse esperienze pittoriche sino a giungere nella seconda metà degli anni ’60 alle prime opere puramente astratto-geometriche. Mario Radice gli cura due personali, la prima nel 1964 alla Galleria Caravella di Como, seguita da quella nel 1969 alla Galleria Pianella di Cantù. Nel 1966 partecipa all’Esposizione di Arte Contemporanea a Palazzo Reale a Milano ed è invitato per una personale alla Woodstock Gallery di Londra. In questo periodo inizia la ricerca nel campo delle materie plastiche e lo studio dello spazio ambiente realizzando, nel 1969, la “Cellula abitabile”. Il lavoro è presentato alla Galleria Diagramma di Milano diretta da Luciano Inga Pin, alla Galleria Pianella ed allo spazio comunale di Gallarate, Varese, a cura di Paolo Manfredini. Fonda e dirige “Incontri d’arte” e “Art Studio”, edizioni Publitype, Milano, collaborando inoltre con la rivista “D’Ars Agency” diretta da Oscar Signorini. E’ una passione quella dell’editoria d’arte e dell’approfondimento teorico che permane nel tempo: nel 1995 infatti edita e dirige il foglio “Informart”.
Dopo innumerevoli viaggi all’estero, nei quali approfondisce la propria ricerca geometrica indirizzandola allo studio delle complesse relazioni della forma, è invitato nel 1991 a far parte del Movimento Madi Internazionale nelle cui teorie di base ritrova il proprio operato iniziato nel 1969. È co-fondatore del gruppo Madi Italia, con sede presso Arte Struktura a Milano. Da allora ha partecipato alle principali manifestazioni organizzate dal movimento, sia in Italia che all’estero.

PIERGIORGIO ZANGARA (Palermo, 1943 – dal 2018 vive e lavora a Sydney)
Piergiorgio Zangara riceve i primi insegnamenti artistici dal padre, anch’egli pittore e restauratore; in seguito compie gli studi presso l’Istituto Statale d’Arte di Palermo. Dal 1965 al 2000 è docente di Disegno e Storia dell’Arte nelle scuole pubbliche.
Negli anni Sessanta fa parte del gruppo artistico riunitosi intorno alla libreria-galleria dell’editore Salvatore Fausto Flaccovio, venendo a contatto con i maggiori esponenti della cultura siciliana dell’epoca. Dopo le prime esperienze figurative la sua pittura si orienta sempre più verso forme geometriche ed essenziali che, con l’avvenuto trasferimento a Milano e la frequentazione di Arte Struktura, nel nuovo contesto culturale, si lega a regole logiche e costruttive.
L’apertura delle figure con tagli diagonali e con linee curve gli dà modo di trovare nuove dimensioni nel triangolo, nel rombo e nel cerchio.
Con l’ormai impellente bisogno di liberare le immagini nello spazio, le figure geometriche tridimensionali trovano un’ulteriore possibilità di spingersi in alto e in basso, in linea retta e in diagonale, di coniugarsi in avanti e indietro su piani paralleli ed inclinati: un’opera dunque che si appropria dello spazio e ne diviene parte integrante, con l’evidente aspirazione alla realizzazione dell’opera “totale”. I nuovi materiali utilizzati, come il plexiglas, l’alluminio e la plastica, gli consentono di approfondire esperienze luministiche e cinetiche con trasparenze, rifrazioni e con proiezioni di immagini virtuali.
Nel 1999 aderisce al Madi Internazionale e da allora ha sempre partecipato a tutte le manifestazioni organizzate dal movimento, sia in Italia che all’estero.

VINCENZO MASCIA (Santa Croce di Magliano, 1957)
Artista e architetto si è formato negli anni ’80 a Roma, dove ha avuto modo di assistere alle lezioni universitarie di Filiberto Menna, attento indagatore dei sisitemi linguistici dell’arte contemporanea.
Fin dagli esordi la ricerca di Mascia si è  indirizzata verso l’arte non figurativa, sulla scia di una naturale inclinazione per gli esiti del neoplasticismo olandese, delle avanguardie russe, dell’arte concettuale e del concretismo. Nel suo percorso, l’artista ha sentito spesso l’esigenza di confrontarsi con vari maestri dell’arte contemporanea e, in particolare, con Lucio Fontana, a cui ha dedicato un ciclo di opere.
Il contatto con l’ambiente milanese, soprattutto con la Galleria Arte Struktura diretta da Anna Canali, ha favorito l’adesione al movimento Madì nel 1996, ed è proprio all’interno della galleria milanese, sede espositiva italiana del Madì, che nelle sue opere si è realizzata quella sintesi complessa tra istanza culturale del movimento, nato a Buenos Aires cinquant’anni prima, e la personale aspirazione ad un’arte in grado di produrre oggetti con un’identità propria e indipendente dall’interpretazione mimetica o simbolica della realtà.
Nelle sue realizzazioni recenti è evidente, da un lato, il richiamo al costruttivismo e dall’altro al suprematismo, sempre rivolto al superamento del limite, all’indagine pluridisciplinare, al coinvolgimento dell’esperienza conoscitiva relativa ai processi percettivi. Del neoplasticismo sono invece indagati i principi fondamentali: sintesi, piani, colore, composizione, equilibrio.
La sua ricerca rifiuta il dato metafisico e si concretizza nell’insieme di relazioni complesse rese in forme essenziali che tengono conto della particolarità del materiale. La presa in considerazione della spazialità legata al supporto lo conduce alla creazione di lavori i cui elementi sono indipendenti e componibili.
L’attività artistica è svolta da Mascia parallelamente alla professione di architetto. Quello con l’architettura è un rapporto che cerca costantemente. L’approccio metodologico è identico: anche l’architettura si esprime attraverso l’unità di forze contrastanti orizzontali-verticali, pieni-vuoti, superfici lucide-opache, concave o convesse.

Opere

Photo gallery

Luogo

Galleria Marelia – Bergamo

Date

3 novembre – 23 dicembre 2017